Non è possibile sintetizzare o ricondurre il simbolo della vita a qualcosa di universale per tutti, in quanto ogni cultura del mondo possiede qualcosa di personale e unico per identificare questo stesso messaggio. Tuttavia, esisterebbe un elemento, comune a tutti, in cui risiede l’importanza e la sacralità associata alla vita stessa: l’albero. Gli alberi infatti affascinano l’uomo e soprattutto rappresentano perfettamente la longevità di intere generazioni collegate con le successive come rami e radici. Esprimono potenza e forza, caratteristiche derivate dalle maestose dimensioni dei loro robusti tronchi e delle loro folte chiome. Non a caso, nell’immaginario comune delle mitologie del mondo vede gli alberi come dimora di esseri divini. Il culto delle divinità è infatti presente nella mitologia greca, romana, celtica e orientale. La ragione nasce dal desiderio dell’individuo di cogliere la realtà essenziale del mondo e le origini delle cose, il "centro", il punto di inizio assoluto della creazione degli uomini e del mondo stesso. Nel linguaggio simbolico, questo punto è l'ombelico del mondo, l'uovo divino, ma viene spesso immaginato come un’asse verticale che, situato al centro dell'universo, attraversa il cielo, la terra e il mondo sotterraneo, riconducibile ad un albero cosmico simbolo del mondo. “L’albero della vita” è più nel profondo la rappresentazione del mondo e dell’universo. Concettualmente, la vita è un ciclo ben definito che inizia, prosegue e finisce, spesso anche in maniera del tutto imprevedibile. Sebbene siano potenzialmente immortali e nonostante la loro persistenza e anzianità, anche gli alberi non sono indistruttibili. Il progetto mira quindi a raccontare la presenza e al tempo stesso l’assenza nella rappresentazione di particolari conformazioni dei busti e dei rami, di atmosfere quasi oniriche e surreali che riflettano illusioni di movimento, facendo leva sulla considerevole importanza degli alberi sul territorio, dal contesto mitologico a quello reale.

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